Le radici della Sicilia “moderna”

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CANTADi Carlo Barbagallo

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Da dove nasce la Sicilia moderna, quella di oggi, cioè? Non dobbiamo andare, in fin dei conti, troppo lontano: la Sicilia d’oggi “nasce” con la concessione da parte dello Stato Italiano dell’Autonomia Speciale, nel… del 1946. Ma perché alla Sicilia venne concessa un’Autonomia Speciale? Perché avvenimenti burrascosi l’avevano preceduta all’indomani dello sbarco angloamericano nell’Isola, in quel non lontano luglio del 1943, e subito dopo, e durante, l’occupazione militare da parte dei nemici che diventeranno alleati dopo la caduta di Mussolini.

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In quegli anni, quando ancora la guerra continuava nel Continente, fino alla caduta della dittatura nazista, la Sicilia accarezzò il sogno di una sua “indipendenza”, sogno che si esaurì dopo la conclusione del conflitto bellico mondiale, e il Governo italiano si vide costretto al “compromesso” per eludere l’eventualità di una separazione di fatto, concedendo appunto un’Autonomia che poteva considerarsi veramente “Speciale”, visti i contenuti e le norme dello Statuto che la regolava, quasi una sorta di “indipendenza”. Probabilmente in quella “concessione” di Automia evidenziato c’era già un trucco iniziale: doveva rimanere un “atto formale” (sulla carta) e non doveva essere mai applicata. Così, infatti, è accaduto.

Gli avvenimenti di quegli anni turbolenti (ora, si definirebbero “eventi”) sono stati riportati alla luce nel settembre dell’anno passato a Mascalucia, nel corso di un convegno promosso dall’Amministrazione comunale su sollecitazione del vice sindaco Fabio Cantarella. Il convegno portava un titolo emblematico “L’Indipendentismo Siciliano tra mito e realtà” e ha visto la partecipazione di un vasto pubblico che ha seguito con attenzione i relatori, il deputato della Lega Nord Angelo Attaguile, il giornalista Salvo Barbagallo, il presidente dell’Istituto Terra e Liberazione Mario Di Mauro, il sindaco di Bronte Pino Firrarello, l’ex parlamentare Turi Grillo, il docente di Filosofia dell’Università di Catania Mauro Guarino, moderati dallo stesso Fabio Cantarella. Un acceso dibattito sottolineò come l’argomento “Indipendentismo” non fosse vicenda da museo, ma ancora viva nell’amo dei Siciliani.

Salvini3Fabio Cantarella ha raccolto gli atti di quel convegno, ha preso con un certo coraggio l’argomento storico dell’Indipendentismo, lo ha raffrontato con i tempi di oggi e ne ha fatto un libro al quale ha dato lo stesso titolo del convegno tenuto a Mascalucia: ne è scaturito un lavoro interessante sotto diversi punti di vista. Porre, infatti, a confronto la situazione che si viveva in Sicilia negli Anni Quaranta con quella che si vive attualmente ha mostrato sfaccettature di una realtà che non andrebbe sottovalutato. Se ne è accorto lo stesso Matteo Salvini che, avendo letto il volume di Cantarella, lo ha presentato ai suoi simpatizzanti nella visita fatta recentemente a Palermo.

Il libro di Fabio Cantarella non si presta a strumentalizzazioni perché con molta obbiettività e con ricca documentazione, presenta un quadro della Sicilia che è quello che è sotto gli occhi di tutti, ma che si ignora appena varcato lo Stretto di Messina. Comprensibile che lo stesso Salvini sia rimasto impressionato dal contenuto del libro di Cantarella: il politico che viene dal Nord, il politico che in precedenza ha abbastanza bistrattato i Siciliani, non solo ha chiesto scusa, ma ai Siciliani ora si rivolge per “condividere” la stessa sorte avendo appreso da dove questa “sorte” è nata. Un risultato lusinghiero, dal momento che il libro sta ricevendo un’accoglienza favorevole.

 

Fabio Cantarella

“L’indipendentismo Siciliano

Tra mito e realtà”

Mare Nostrum Edizioni

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